La parola d’ordine del musicista digitale è: a morte la latenza! Questo deprecabile fenomeno colpisce principalmente chi registra strumenti analogici (chitarre e basso, ad esempio) o la voce. Si tratta di un ritardo tra l’evento che produce il suono e l’udibilità di esso.
La causa della latenza è semplice: il suono, prima di “uscire dalle casse”, viene campionato, digitalizzato, processato e infine nuovamente trasformato da digitale ad analogico. Questo tortuoso percorso, ovviamente, richiede tempo.
Il problema non è quindi totalmente eliminabile, ma si può rendere (quasi) inoffensivo con i giusti settaggi di alcuni parametri. Vediamo quali.
Ad influire sulla latenza sono soprattutto due elementi: la frequenza di campionamento e la dimensione del buffer. Tanto più alta è la prima, tanto più bassa sarà la latenza. Il buffer size (la dimensione dei pacchetti in cui il suono digitale “viaggia”), invece, funziona all’opposto: tanto più esso è basso, tanto minore sarà il ritardo.
Il problema però non si risolve semplicemente alzando la frequenza di campionamento al massimo consentito dalla scheda audio e abbassando il buffer al minimo possibile, perché il processore non ce la farebbe a reggere.
In altre parole, è necessario trovare l’equilibrio giusto tra questi due parametri e le capacità della CPU del tuo computer.
In questo video ti mostriamo come fare, in Ableton Live (disponibile in demo per PC Windows e per Mac), a settare il buffer size per ottenere la latenza più bassa consentita dal tuo hardware. Buona musica! E se vuoi ripassare un po’ di teoria sulla musica digitale, abbiamo un post che fa al caso tuo!